" Una storia unica e condivisa da tutti non esiste"

Sono parole di Alex Langer. Chi era costui? Bhe, io non lo sapevo, in realtà non lo so neppure ora, ho letto qualche riga su un articolo dell' Internazionale online.

Ma mi appassiona molto e mi commuove. Mi ricorda molto Capitini, da quello che leggo mi pare di capire che possa esserci una certa influenza.
Questi eroi Non violenti, "visionari" di un modo diverso di intendere la vita, sono per me uno stimolo.
Sono quello che io non sono e non sarò mai , ma sono quel pungolo, quello stimolo a voler essere migliore. Forse l'ho già scritto, forse sono ripetitivo ma credo non si possa lasciare la vita senza aver provato a fare qualcosa di buono, senza aver provato a lasciare il mondo un pochino meglio di come lo si è trovato.
Langer ha provato a farlo e ci è riuscito lasciando una eredità ideale.
Langer è autore del " Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica" che vi invito a leggere per intero cliccando QUI 
Brevemente ne riassumo alcune parti. Ho evidenziato il punto 7: E' tremendo quanto il nostro paese sia arretrato e perdente, una carenza di valori cronica, un buco nero che, secondo me ci condanna a un futuro altrettanto nero...

... Le migrazioni sempre più massicce e la mobilità che la vita moderna comporta rendono inevitabilmente più alto il tasso di intreccio inter-etnico ed inter-culturale, in tutte le parti del mondo... Ma non bastano retorica e volontarismo dichiarato: se si vuole veramente costruire la compresenza tra diversi sullo stesso territorio, occorre sviluppare una complessa arte della convivenza. ...

2... Non hanno dato buona prova di sè nè le politiche di inclusione forzata (assimilazione, divieti di lingue e religioni, ecc.), nè di esclusione forzata (emarginazione, ghettizzazione, espulsione, sterminio...). Bisogna consentire una più vasta gamma di scelte individuali e collettive, accettando ed offrendo momenti di "intimità" etnica come di incontro e cooperazione inter-etnica. Garanzia di mantenimento dell'identità, da un lato, e di pari dignità e partecipazione dall'altro, devono integrarsi a vicenda...

3 ...La convivenza offre e richiede molte possibilità di conoscenza reciproca. Affinché possa svolgersi con pari dignità e senza emarginazione, occorre sviluppare il massimo possibile livello di conoscenza reciproca. "Più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci comprenderemo",...

4. ...Ha la sua legittimità, e talvolta forse anche le sue buone ragioni, l'organizzazione etnica della comunità, delle differenti comunità: purchè sia scelta liberamente, e non diventi a sua volta integralista e totalitaria. ...Ma è evidente che se si vuole favorire la convivenza più che l'(auto-) isolamento etnico, si dovranno valorizzare tutte le altre dimensioni della vita personale e comunitaria che non sono in prima linea a carattere etnico. Prima di tutto il comune territorio e la sua cura, ma anche obiettivi ed interessi professionali, sociali, di età... ed in particolare di genere; le donne possono scoprire e vivere meglio obiettivi e sensibilità comuni...

5 L'autodeterminazione dei soggetti e delle comunità non deve partire dalla definizione delle proprie frontiere e dei divieti di accesso, bensì piuttosto dalla definizione in positivo dei propri valori ed obiettivi, e non deve arrivare all'esclusivismo ed alla separatezza. ...

6 Bisogna che ogni forma di esclusivismo o integralismo etnico venga diluita nella naturale compresenza di segni, suoni e istituzioni multiformi.

7 ... Non si creda che identità etnica e convivenza inter-etnica possano essere assicurate innanzitutto da leggi, istituzioni, strutture e tribunali, se non sono radicate tra la gente e non trovano fondamento in un diffuso consenso sociale; ma non si sottovaluti neanche l'importanza di una cornice normativa chiara e rassicurante, che garantisca a tutti il diritto alla propria identità


8. .... Occorre quindi una grande capacità di affrontare e dissolvere la conflittualità etnica. Ciò richiederà che in ogni comunità etnica si valorizzino le persone e le forze capaci di autocritica, verso la propria comunità...

9. Una necessità si erge pertanto imperiosa su tutte le altre: bandire ogni forma di violenza, reagire con la massima decisione ogni volta che si affacci il germe della violenza etnica, che - se tollerato - rischia di innescare spirali davvero devastanti e incontrollabili. Ed anche in questo caso non bastano leggi o polizie, ma occorre una decisa repulsa sociale e morale, con radici forti: un convinto e convincente no alla violenza.

10. Gruppi inter-etnici possono avere il loro prezioso valore e svolgere la loro opera nei campi più diversi: dalla religione alla politica, dallo sport alla socialità del tempo libero, dal sindacalismo all'impegno culturale. Saranno in ogni caso il terreno più avanzato di sperimentazione della convivenza, ...


Questo è l'articolo di Franco Lorenzoni su Internazionale dal titolo " I sogni senza limiti di Alexander Langer" del 2 luglio ( http://www.internazionale.it/opinione/franco-lorenzoni-2/2015/07/02/alexander-langer)

"Nelle nostre società “deve essere possibile una realtà aperta a più comunità, non esclusiva, nella quale si riconosceranno soprattutto i figli di immigrati, i figli di famiglie miste, le persone di formazione più pluralista e cosmopolita”. (…) “La convivenza plurietnica, pluriculturale, plurireligiosa, plurilingue, plurinazionale appartiene e sempre più apparterrà, alla normalità, non all’eccezione”. (…) “In simili società è molto importante che qualcuno si dedichi all’esplorazione e al superamento dei confini, attività che magari in situazioni di conflitto somiglierà al contrabbando, ma è decisiva per ammorbidire le rigidità, relativizzare le frontiere, favorire l’integrazione”... Continua a leggere cliccando QUI.