Enola Gay - 6 agosto 1944. La storia di Claude Eartherly.

 
6 agosto 1944, ore 8 e 15 circa. Il bombardiere B29 Superfortress Enola Gay  "sgancia" sul Giappone, su Hiroshima per la precisione  "Little Boy", nome gentile per indicare la prima bomba atomica ad essere utilizzata in guerra. Il risultato è stato un numero di morti ( dirette)  impressionante tra i civili stimabili indicativamente in 150.000 e altre 50.000 entro la fine del '45 per le radiazioni. Il 9 agosto fu la volta di Nagasaki , 80.000 morti . 
150.000 ,50.000, 80.000 numeri lontani sia storicamente che geograficamente che sono però vite, dolori,  amori, affetti, famglie... il nostro mondo così umano.
Mi piace riportare la storia di Claude Eartherly che a quella missione partecipò con una ricognizione che anticipava lo sgancio della bomba. 
Traggo da Pacelink ( http://www.peacelink.it/storia/a/6391.html ):

" Ho volato su Hiroshima per 15 minuti per studiare i gruppi di nuvole; Il vento le spingeva allontanandole dalla città. Mi pareva il tempo e il luogo ideale, così trasmisi il messaggio in codice e mi allontanai in fretta come mi era stato detto, ma non abbastanza. La potenza della bomba mi terrorizzò. Hiroshima era sparita dentro una nube gialla".
Claude Eatherly chiese di essere congedato. Si meravigliarono un po' tutti: come poteva bruciarsi un futuro pieno di promesse? Gli offersero 237 dollari di pensione al mese. Li rifiutò. Siccome rifiutare non è consentito dal regolamento, dispose che andassero a beneficio dell'associazione per le vedove dei caduti in guerra. Tornò nel Texas. Era nervoso, magro: non rideva più. La notte aveva gli incubi e si svegliava gridando "Gettatevi, gettatevi: arriva la nuvola gialla!". Quattro anni così. Per la moglie un vita d'inferno. Poi, nel 1950, i familiari lo convinsero a farsi ricoverare nell'ospedale psichiatrico di Waco.
Tra le tante lettere ricevute negli anni in cui era in ospedale, Eatherly ne lesse una scritta dal filosofo tedesco Günther Anders e decise di rispondergli. Lo scopo del filosofo era quello di aiutare il pilota ad uscire da lì.
Günther Anders consigliò poi a Eatherly di manifestare il suo pentimento nel giorno della memoria ad Hiroshima, facendo giungere lì una lettera di scuse e di partecipazione addolorata entro il 6 Agosto 1960. Eatherly era effettivamente sconvolto da ciò che aveva compiuto e arrivava a rivivere ogni 6 Agosto, il dramma che ha caratterizzato la sua vita. Dopo aver scritto la sua lettera, i cittadini di Hiroshima gli risposero dicendo che anche lui era stato una vittima della bomba. Riappacificatosi con Hiroshima, Eatherly si sentì sollevato e iniziò nuovamente a vivere, sebbene restando in ospedale, dove morì qualche anno dopo."

sono andato allora  a leggermi la lettera di Gunther Anders da  http://www.presentepassato.it/Dossier/900barbaro/hiroshima4_eatherly_anders.htm , se avete tempo leggetela ... ne traggo alcuni passi:

"Lei capisce il suo rapporto con tutto questo: poiché Lei è uno dei primi che si è invischiato in questa colpa di nuovo tipo, una colpa in cui potrebbe incorrere ‑ oggi o domani ciascuno di noi. A Lei è capitato ciò che potrebbe capitare domani a noi tutti. E per questo che Lei ha per noi la funzione di un esempio tipico: la funzione di un precursore"
 .....
"E tuttavia non creda di essere il solo condannato in questo modo. Poiché tutti noi dobbiamo vivere in quest'epoca, in cui potremmo incorrere in una colpa del genere: e come Lei non ha scelto la sua triste funzione, così anche noi non abbiamo scelto quest'epoca infausta. In questo senso siamo quindi, come direste voi americani, “on the same boat", nella stessa barca, anzi siamo i figli di una stessa famiglia. E questa comunità, questa parentela, determina il nostro rapporto verso di Lei. Se ci occupiamo delle Sue sofferenze, lo facciamo come fratelli, come se Lei fosse un fratello a cui è capitata la disgrazia di fare realmente ciò che ciascuno di noi potrebbe essere costretto a fare domani; come fratelli che sperano di poter evitare quella sciagura, come Lei oggi spera, tremendamente invano, di averla potuta evitare allora.Ma allora ciò non era possibile: il meccanismo dei comandi funzionò perfettamente, e Lei era ancora giovane e senza discernimento. Dunque lo ha fatto. Ma poiché lo ha fatto, noi possiamo apprendere da Lei, e solo da Lei, che sarebbe di noi se fossimo stati al Suo posto, che sarebbe di noi se fossimo al Suo posto. Vede che Lei ci è estremamente prezioso, anzi indispensabile. Lei è, in qualche modo, il nostro maestro.
Naturalmente Lei rifiuterà questo titolo. "Tutt'altro, dirà, ‑ poiché io non riesco a venire a capo del mio stato".
Si stupirà, ma è proprio questo "non" a far pencolare (per noi) la bilancia. Ad essere, anzi, perfino consolante. Capisco che questa affermazione deve suonare, sulle prime, assurda. Perciò qualche parola di spiegazione".
.....
"No, io dicevo per noi. Per noi il fatto che Lei non riesce a "venire a capo" dell'accaduto, è consolante. E questo perché ci mostra che Lei cerca di far fronte, a posteriori, all'effetto (che allora non poteva concepire) della Sua azione; e perché questo tentativo, anche se dovesse fallire, prova che Lei ha potuto tener viva la Sua coscienza, anche dopo essere stato inserito come una rotella in un meccanismo tecnico e adoperato in esso con successo. E serbando viva la Sua coscienza ha mostrato che questo è possibile, e che dev'essere possibile anche per noi. E sapere questo (e noi lo sappiamo grazie a Lei) è, per noi, consolante.
"Anche se dovesse fallire", ho detto. Ma il Suo tentativo deve necessariamente fallire. E precisamente per questo.
Già quando si è fatto torto a una persona singola (e non parlo di uccidere), anche se l'azione si lascia abbracciare in tutti i suoi effetti, è tutt'altro che semplice "venirne a capo". Ma qui si tratta di ben altro. Lei ha la sventura di aver lasciato dietro di sé duecentomila morti. E come sarebbe possibile realizzare un dolore che abbracci 200 000 vite umane? Come sarebbe possibile pentirsi di 200 000 vittime?"....

Concludo con un "pezzo" dei Nomadi dedicato a Claude Eartherly. " il Pilota di Hiroshima"